Sostanze recuperate da rifiuti: riscontrato il 26% di violazioni nell’applicazione del regolamento REACH

ECHA presenta i risultati di un progetto pilota

13 dic 2022

Un comunicato stampa dell’Agenzia europea per la chimica ha recentemente annunciato l’esito di un’indagine condotta sulle sostanze recuperate da rifiuti per scoprire se le stesse soddisfacevano le condizioni per l'esenzione dalla registrazione REACH (art. 2, par. 7 lettera d) del regolamento 1907/2006).

Su 46 casi complessivamente esaminati, con ispezioni congiunte, in 11 diversi Paesi membri una dozzina sono risultati sanzionabili.

Gli ispettori dell’ECHA e delle autorità competenti nazionali hanno valutato, presso gli impianti di recupero, i seguenti aspetti:

  • Esame della similarità (sameness) fra sostanza registrata e sostanza recuperata;
  • Presenza degli scenari di esposizione e delle informazioni per l’uso sicuro;
  • Presenza della SDS per le sostanze/miscele recuperate e conformità e completezza delle medesime;
  • Requisiti di classificazione, etichettatura e imballaggio secondo il regolamento CLP.

Oltre all’emissione di una serie di sanzioni a carico delle imprese di recupero coinvolte, l’indagine ha aperto una riflessione sull’interconnessione fra il Regolamento REACH e la direttiva quadro sui rifiuti, riflessione che potrebbe evolvere in una maggiore consapevolezza e conoscenza dei propri processi da parte dei recuperatori, nonché in una maggiore cooperazione fra le autorità nazionali competenti per i controlli (sia di mercato che ambientali).

I risultati dell’indagine rappresentano anche un’opportunità, per l’Agenzia, di revisionare l’attuale Guida sui rifiuti e le sostanze recuperate, datata 2010, e per la Commissione di intensificare l’attività di armonizzazione dei criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto.